[FOTO][STORIA] VECCHIO Stupra 1 TRANS per 1 Ombrello

Abusata sotto la pioggia di notte: un gesto gentile ricambiato con uno stupro

La tua lingua mi sta accarezzando leggermente il capezzolo, sono legata alla maniglia della finestra… non riesco a vederti perché mi hai bendato gli occhi con la cravatta…

Nonostante l’ora e la pioggia, è una giornata umida e stai sudando completamente… riesco a sentire l’odore del tuo cazzo duro che spinge sulla mia coscia nuda…

L’odore di un uomo ben vestito, grassoccio, che va per i 70, con pochi capelli in testa e lo sguardo di un mastino napoletano…

Sento il tuo liquido precum… sei seduto sopra di me… sento il tuo peso…

La delicatezza della tua bocca contrasta con la violenza con cui mi hai abbracciata… sono allo stesso tempo imbarazzata, spaventata e molto, molto emozionata…

Sono venuta a casa tua solo per riportarti l’ombrello che hai lasciato nel negozio della mia sorellastra… ma quando mi hai visto alla porta…

Così… a sera tarda… non hai resistito…

In mezzo al ticchettio della pioggia, ho bussato alla tua porta, mezza fradicia…

Già mentre ti parlavo, non mi ascoltavi, non hai fatto altro che guardarmi con occhi avidi…

Non hai fatto altro che sbirciare quella collinetta sotto il mio addome, sotto la mia gonna di pelle… al punto da non temere in alcun modo il fatto che ne fossi del tutto consapevole…

Tu… bastardo di merda… non mi hai nemmeno dato il tempo di tenderti l’ombrello: ti sei lanciato su di me… mi hai scagliata contro il muro!

Hai urlato: “Puttana vieni qui!” – Come una pistola puntata, ho sentito il tuo grosso cazzo tozzo spingere contro il mio…

Mi hai strappato la camicetta!

Poi mi hai girata di spalle, tenendomi i polsi… mi hai fatto male… ero così spaventata che non potevo urlare…

Poi hai immobilizzato le mie mani, dietro la schiena… con un piede hai spinto dietro al mio ginocchio e mi hai fatto cadere a terra…

Con la cravatta già slacciata mi hai bendato gli occhi.

Mentre mi legavi alla porta mi sono messa a piangere…

Quindi, mi hai fatto voltare di nuovo e ti sei calato i pantaloni.
Hai lasciato cadere i mutandoni di lana.

Poi ti sei lanciato su di me… strofinando il tuo cazzo gonfio sulla mia gamba… come un animale.

Ecco ci qui…

Tua moglie non è in casa ma potrebbe tornare da un momento all’altro… ma questo non ti importa affatto… stai gnugnendo come un porco sul mio corpo indifeso…

La torbida voglia sessuale che ti spinge è così forte che le tue dita tremano mentre mi tappi il naso e cerchi di farmi spalancare la bocca…

Mi stai sbattendo il cazzo in faccia… sento il tuo glande rimbalzare sulle mie guance di porcellana, sui miei occhi bagnati e sulle mie morbide labbra…

Ma non riesci…
Non riesci a a sbattermelo in bocca…

Così con uno spintone ti stacchi e fissandomi infuriato riesci a riflettere: “Che cosa sto facendo? E se mi denunciasse? E se arrivasse mia moglie? Anche se riuscissi a farle aprire la bocca, chi mi assicura che poi lei non me lo stacchi con un morso? E anche per incularla dovrei prima slegarla…”

Mentre il mio assalitore riflette, io riprendo un po’ di lucidità, mi fermo e fissandolo negli occhi gli dico: “Facciamo un patto…” – E lui preoccupato: “Che patto?” – E io: “Io ti faccio una bella pompa e tu mi dai il tuo orologio…”

Stupito, l’uomo mi risponde: “Eh si, questo è un Rolex d’oro… col cavolo che lo lascio ad una zoccoletta come te!”

In quel momento apro le gambe e dalla mia gonna ormai rovinata spunta fuori il mio cazzone duro che da solo è sgusciato fuori dalle mutandine…

Di nuovo in preda all’eccitazione lui cerca di avvicinarsi e grida: “Eh la miseria! Che pisellone!” – Ma io mi ritraggo e rilancio: “Ho anche un buchino stretto stretto dietro, che non vede l’ora di essere stappato dal tuo grosso utensile…” – Poi mi lecco le labbra e con voce da troietta gli faccio: “Ti va di fare fotti-fotti nel mio culetto… mh? Ti faccio anche giocare con il mio joystick…”

Lui non capisce più nulla, si toglie l’orologio, me lo mette in borsa e si avventa su di me… mi libera e porgendomi il suo pene mi fa: “Vaffanculo, ti desidero troppo!!”

Io in silenzio lo guardo negli occhi, lo lascio aspettare qualche secondo e poi…

[CONTINUA]

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